Raduniamoci nella famiglia di Dio con fede per vedere i miracoli nella nostra vita!

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“Cari figli, oggi vi invito a rinascere nella preghiera ed a diventare con mio Figlio, attraverso lo Spirito Santo, un nuovo popolo. Un popolo che sa che se perde Dio ha perso se stesso. Un popolo che sa che, nonostante tutte le sofferenze e le prove, con Dio è sicuro e salvo. Vi invito a radunarvi nella famiglia di Dio ed a rafforzarvi con la forza del Padre. Come singoli, figli miei, non potete fermare il male che vuole regnare nel mondo e distruggerlo. Ma per mezzo della volontà di Dio tutti insieme con mio Figlio potete cambiare tutto e guarire il mondo. Vi invito a pregare con tutto il cuore per i vostri pastori, perché mio Figlio li ha scelti. Vi ringrazio”.

Messaggio del 2 agosto 2011

La Madonna ci invita a radunarci nella famiglia di Dio ed a rafforzarci con la forza del Padre. Ci invita a rinascere nella preghiera ed a diventare con Gesù attraverso lo Spirito Santo un nuovo popolo.

I parenti e concittadini di Nazaret non fanno parte della famiglia di Dio, della famiglia di Gesù, perché sono increduli, non hanno fede.

Gesù dice infatti:

«Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.

Anche oggi, come ai tempi del profeta Ezechiele, viviamo in mezzo ad una genìa di ribelli: questo non è il popolo di Dio, questa non è la famiglia di Dio.

La famiglia di Dio, come ci dice la Madonna, è chi è riunito attorno a Gesù per ascoltare davvero la Sua Parola così da metterla in pratica.

Se non c’è fede in Gesù non sono possibili i miracoli, ma se c’è fede, se ascoltiamo e mettiamo in pratica la Parola del Signore, allora succederanno numerosi miracoli nella nostra vita, ogni istante ci sarà un miracolo: il miracolo della conversione, della fede, della carità, dell’amore a Dio e ai fratelli.

Per far questo, per iniziare a radunarci nella famiglia di Dio dobbiamo iniziare a pregare, affinché la preghiera diventi vita. In questo modo, con l’aiuto e l’azione dello Spirito Santo, entriamo a far parte con Gesù del nuovo popolo di Dio, che non ha confini, è ovunque:

“Verranno da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno e siederanno a mensa nel regno di Dio.”

Così sia!

Prima lettura 
Ez 2,2-5
Sono una genìa di ribelli, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro.
Dal libro del profeta Ezechièle In quei giorni, uno spirito entrò in me, mi fece alzare in piedi e io ascoltai colui che mi parlava.
Mi disse: «Figlio dell’uomo, io ti mando ai figli d’Israele, a una razza di ribelli, che si sono rivoltati contro di me. Essi e i loro padri si sono sollevati contro di me fino ad oggi. Quelli ai quali ti mando sono figli testardi e dal cuore indurito. Tu dirai loro: “Dice il Signore Dio”. Ascoltino o non ascoltino – dal momento che sono una genìa di ribelli –, sapranno almeno che un profeta si trova in mezzo a loro». Parola di Dio
>Salmo responsoriale
Sal 122
I nostri occhi sono rivolti al Signore. A te alzo i miei occhi,
a te che siedi nei cieli.
Ecco, come gli occhi dei servi
alla mano dei loro padroni. Come gli occhi di una schiava
alla mano della sua padrona,
così i nostri occhi al Signore nostro Dio,
finché abbia pietà di noi. Pietà di noi, Signore, pietà di noi,
siamo già troppo sazi di disprezzo,
troppo sazi noi siamo dello scherno dei gaudenti,
del disprezzo dei superbi.
>Seconda lettura
2Cor 12,7-10
Mi vanterò delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi Fratelli, affinché io non monti in superbia, è stata data alla mia carne una spina, un inviato di Satana per percuotermi, perché io non monti in superbia.
A causa di questo per tre volte ho pregato il Signore che l’allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la forza infatti si manifesta pienamente nella debolezza».
Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte. Parola di Dio
Canto al Vangelo (Cf Lc 4,18)
Alleluia, alleluia.
Lo Spirito del Signore è sopra di me:
mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio.
Alleluia.
>Vangelo
Mc 6,1-6
Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria.
Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono.
Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità.
Gesù percorreva i villaggi d’intorno, insegnando. Parola del Signore

ABBIAMO FEDE PER VEDERE I MIRACOLI NELLA NOSTRA VITA!

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“Cari figli, mio Figlio era sorgente di amore e di luce quando, sulla terra, parlava al popolo di tutti i popoli. Apostoli miei, seguite la sua luce. Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri e, con l’aiuto della fede, riempirvi del suo amore. Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa. Io sono con voi, mi manifesto a voi con queste venute, con queste parole. Desidero testimoniarvi il mio amore e la mia cura materna. Figli miei, non perdete tempo facendo domande a cui non ricevete mai risposta: al termine del vostro percorso terreno, il Padre Celeste ve le darà. Sappiate sempre che Dio sa tutto, Dio vede, Dio ama. Il mio amatissimo Figlio illumina le vite e dissipa le tenebre; ed il mio materno amore, che mi porta a voi, è indicibile, misterioso, ma reale. Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto. A voi, apostoli miei, chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia: sono quelle le preghiere più care al mio Cuore materno. Le offro a mio Figlio, nato per voi. Egli vi guarda e vi ascolta. Noi vi siamo sempre vicini. Questo è un amore che chiama, unisce, converte, incoraggia e ricolma. Perciò, apostoli miei, amatevi sempre gli uni gli altri, ma soprattutto amate mio Figlio. Quella è l’unica via verso la salvezza, verso la vita eterna. Quella è la preghiera che mi è più cara, e che ricolma il mio Cuore del profumo di rose più soave. Pregate, pregate sempre per i vostri pastori, affinché abbiano la forza di essere la luce di mio Figlio. Vi ringrazio.”

Messaggio del 2 gennaio 2017 

La fede ed i miracoli sono le parole chiave della Parola di Dio di oggi.

La Madonna di Medjugorje nel suo messaggio dato il 2 gennaio 2017 ci dice:

“Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa”.

Con la fede, solo con la fede sono possibili i miracoli nella nostra vita, come la fede di Giairo (non temere, soltanto abbi fede) che ha fatto sì che la figlia si sia alzata (Talità Kum, fanciulla io ti dico alzati!), la fede che ha fatto sì che l’amenorrea fosse guarita (la tua fede ti ha salvato, va’ in pace!): Una fede grande, capace di credere che Gesù salva!

Come ci dice il libro della Sapienza, Dio ha creato l’uomo per l’immortalità, per la vita eterna, non per la corruzione.

CI è chiesto solo di credere in questo, di credere in Gesù. Credere in Gesù vuol dire dare il nostro cuore a Gesù, innamorarci di Gesù (ricordiamoci, come ci dice la Madonna che “Egli vi guarda e vi ascolta”),, e questo si può fare ascoltando la sua Parola (Parola Creatrice che ci nutre e ci trasforma), metterla in pratica (come ci dice la Madonna chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia ), nutrirci della Parola, nutrirci con la preghiera, nutrirci del suo Corpo e del suo Sangue.

Così anche ciascuno di noi è chiamato non solo ad esistere, ma a portare salvezza, ad essere “altoparlante” della creaturalità Divina, della Parola creatrice e salvifica che porta con sé e dentro di sé, attraverso la testimonianza della  vita, attraverso la testimonianza di Gesù dentro il cuore. Ecco la nostra missione, questa è l’esperienza miracolosa, questo è l’alzarci dal sonno che Gesù ci invita a fare risollevandoci, destandoci dal nostro torpore, come fece con la figlia di Giairo, questo è portare Gesù per le strade del mondo!

Gesù ci risolleva dal sonno, dal nostro essere anestetizzati ed assopiti, incantati dalle seduzioni del mondo e del maligno. Gesù ci risolleva, ci dice: “fanciullo, io ti dico alzati”, così che ci alziamo e camminiamo per le strade del mondo con occhi nuovi, camminando nel mondo non essendo però più del mondo, perché se siamo di Dio, se siamo di Gesù, non apparteniamo più al mondo (non c’è via di mezzo).

E se siamo di Gesù, la morte è vinta; camminiamo inesorabilmente verso la Vita.

Così sia!

Prima lettura 
Sap 1,13-15; 2,23-24
Per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo.
Dal libro della SapienzaDio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano;
le creature del mondo sono portatrici di salvezza,
in esse non c’è veleno di morte,
né il regno dei morti è sulla terra.
La giustizia infatti è immortale.
Sì, Dio ha creato l’uomo per l’incorruttibilità,
lo ha fatto immagine della propria natura.
Ma per l’invidia del diavolo la morte è entrata nel mondo
e ne fanno esperienza coloro che le appartengono.Parola di Dio
>Salmo responsoriale
Sal 29
Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato.Ti esalterò, Signore, perché mi hai risollevato,
non hai permesso ai miei nemici di gioire su di me.
Signore, hai fatto risalire la mia vita dagli inferi,
mi hai fatto rivivere perché non scendessi nella fossa.Cantate inni al Signore, o suoi fedeli,
della sua santità celebrate il ricordo,
perché la sua collera dura un istante,
la sua bontà per tutta la vita.
Alla sera ospite è il pianto
e al mattino la gioia.Ascolta, Signore, abbi pietà di me,
Signore, vieni in mio aiuto!
Hai mutato il mio lamento in danza,
Signore, mio Dio, ti renderò grazie per sempre.
>Seconda lettura
2Cor 8,7.9.13-15
La vostra abbondanza supplisca all’indigenza dei fratelli poveri.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai CorìnziFratelli, come siete ricchi in ogni cosa, nella fede, nella parola, nella conoscenza, in ogni zelo e nella carità che vi abbiamo insegnato, così siate larghi anche in quest’opera generosa.
Conoscete infatti la grazia del Signore nostro Gesù Cristo: da ricco che era, si è fatto povero per voi, perché voi diventaste ricchi per mezzo della sua povertà.
Non si tratta di mettere in difficoltà voi per sollevare gli altri, ma che vi sia uguaglianza. Per il momento la vostra abbondanza supplisca alla loro indigenza, perché anche la loro abbondanza supplisca alla vostra indigenza, e vi sia uguaglianza, come sta scritto: «Colui che raccolse molto non abbondò e colui che raccolse poco non ebbe di meno».Parola di Dio
Canto al Vangelo (Cf 2Tm 1,10)
Alleluia, alleluia.
Il salvatore nostro Cristo Gesù ha vinto la morte
e ha fatto risplendere la vita per mezzo del Vangelo.
Alleluia.
>Vangelo
Mc 5,21-43
Fanciulla, io ti dico: Àlzati!
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.Parola del Signore.Forma breve (Mc 5, 21-24.35b-43):Dal Vangelo secondo MarcoIn quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.Parola del Signore

PASSIAMO ALL’ALTRA RIVA!

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“Cari figli desidero operare attraverso di voi, miei figli, miei apostoli, per radunare alla fine tutti i miei figli là dove tutto è pronto per la vostra felicità. Prego per voi, perché possiate convertire con le opere, perché è giunto il tempo delle opere di Verità, di mio Figlio. Il mio amore opererà in voi, mi servirò di voi. Abbiate fiducia in me perché tutto quello che desidero, lo desidero per il vostro bene, il bene eterno creato dal Padre Celeste. Voi, figli miei, apostoli miei, vivete la vita terrena in comunione coi miei figli che non hanno conosciuto l’amore di mio Figlio, che non mi chiamano “Madre”, ma non abbiate paura di testimoniare la Verità. Se voi non temete e testimoniate con coraggio, la Verità trionferà miracolosamente. Ma ricordate: la forza è nell’amore. Figli miei, l’amore è pentimento, perdono, preghiera, sacrificio e misericordia. Se saprete amare, convertirete con le opere, consentirete alla luce di mio Figlio di penetrare nelle anime. Vi ringrazio! Pregate per i vostri pastori: essi appartengono a mio Figlio, Lui li ha chiamati. Pregate affinché abbiano sempre la forza e il coraggio di risplendere della luce di mio Figlio.”

Messaggio del 2 giugno 2015 

Nel Vangelo di oggi Gesù si esprime attraverso 3 frasi:

Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva».

Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!».

Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

Ecco dunque che Gesù si stupisce della mancanza di fede degli apostoli.

Questa è una domanda che ciascuno di noi dovrebbe farsi.

Il mare rappresenta l’esuberanza, l’orgoglio, come sta scritto nella prima lettura: 

«Chi ha chiuso tra due porte il mare.. “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».

Nell’impeto del mare sta tutto il nostro impeto, ciò a cui ci conduce l’esercizio di un libero arbitrio smodato, sfrenato, pieno di amor proprio, egoismo, egocentrismo, orgoglio, vanità, ambizione, narcisismo, superbia, invidia, gelosia.

Se la nostra vita è così, andiamo verso la distruzione e la perdizione, perché come dice San Paolo, “Se uno è in Cristo, è una nuova creatura;” le cose vecchie sono passate, Cristo è morto per tutti, siamo chiamati a vivere per Cristo, in Cristo e con Cristo, e non più per noi stessi. Essere in Cristo, vuol dire cercare di essere come Lui, mite ed umile di cuore; come Maria modello di umiltà.

Gesù invita ciascuno di noi a passare all’altra riva; Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva».

Prima lettura
Gb 38,1.8-11
Qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde.
Dal libro di GiobbeIl Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano:
«Chi ha chiuso tra due porte il mare,
quando usciva impetuoso dal seno materno,
quando io lo vestivo di nubi
e lo fasciavo di una nuvola oscura,
quando gli ho fissato un limite,
gli ho messo chiavistello e due porte
dicendo: “Fin qui giungerai e non oltre
e qui s’infrangerà l’orgoglio delle tue onde”?».
Parola di Dio
>Salmo responsoriale
Sal 106
Rendete grazie al Signore, il suo amore è per sempre.Coloro che scendevano in mare sulle navi
e commerciavano sulle grandi acque,
videro le opere del Signore
e le sue meraviglie nel mare profondo.Egli parlò e scatenò un vento burrascoso,
che fece alzare le onde:
salivano fino al cielo, scendevano negli abissi;
si sentivano venir meno nel pericolo.Nell’angustia gridarono al Signore,
ed egli li fece uscire dalle loro angosce.
La tempesta fu ridotta al silenzio,
tacquero le onde del mare.
Al vedere la bonaccia essi gioirono,
ed egli li condusse al porto sospirato.
Ringrazino il Signore per il suo amore,
per le sue meraviglie a favore degli uomini.
>Seconda lettura
2Cor 5,14-17
Ecco, son nate cose nuove.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai CorìnziFratelli, l’amore del Cristo ci possiede; e noi sappiamo bene che uno è morto per tutti, dunque tutti sono morti. Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.
Cosicché non guardiamo più nessuno alla maniera umana; se anche abbiamo conosciuto Cristo alla maniera umana, ora non lo conosciamo più così. Tanto che, se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove.Parola di Dio
Canto al Vangelo (Lc 7, 16)
Alleluia, alleluia.
Un grande profeta è sorto tra noi,
e Dio ha visitato il suo popolo.
Alleluia.
>Vangelo
Mc 4,35-41
Chi è costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?
Dal Vangelo secondo MarcoIn quel giorno, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all’altra riva». E, congedata la folla, lo presero con sé, così com’era, nella barca. C’erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».
E furono presi da grande timore e si dicevano l’un l’altro: «Chi è dunque costui, che anche il vento e il mare gli obbediscono?».Parola del Signore

Fissiamo lo sguardo sulle cose invisibili, sulle cose del cielo!

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“Cari figli! Vi invito a benedire il nome del Signore con fiducia totale e gioia e a ringraziarLo col cuore di giorno in giorno per il grande amore. Mio Figlio, attraverso questo amore dimostrato con la croce, vi ha dato la possibilità che tutto vi sia perdonato, cosicché non abbiate a vergognarvi, a nascondervi e per paura a non aprire la porta del proprio cuore a mio Figlio. Al contrario, figli miei, riconciliatevi con il Padre celeste perché possiate amare voi stessi come vi ama mio Figlio. Quando comincerete ad amare voi stessi, amerete anche gli altri uomini e in loro vedrete mio Figlio e riconoscerete la grandezza del suo amore. Vivete nella fede! Mio Figlio tramite Me vi prepara per le opere che desidera fare tramite voi, attraverso le quali desidera glorificarsi. RingraziateLo. In modo particolare ringraziateLo per i pastori, vostri intermediari nella riconciliazione con il Padre Celeste. Io ringrazio voi, i miei figli. Vi ringrazio.”

Messaggio del 18 marzo 2013

Pare quasi che le letture odierne vogliano farci meditare sulla nostra vita terrena, che è immersa nel mondo, in cui regna la corruzione, perché in esso agisce il principe del mondo, il maligno, e al tempo stesso darci la direzione da seguire, per poter dire come la Scrittura, come dice Gesù in uno dei suoi ultimi discorsi: viviamo nel mondo, ma non siamo del mondo, non apparteniamo al mondo!

Per questo ci è utile evidenziare quanto ci dice San Paolo nella seconda lettura:

“Non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.”

Benché noi siamo di carne, fragili, corruttibili, come lo è stata Eva, sedotta e corrotta dal serpente, dal nemico antico, siamo anche nati in questo tempo di grazia che è giunto sul mondo grazie al Figlio di Dio, che è nato, morto e risorto per noi, per la nostra salvezza, così che non abbiamo più a provare vergogna come Adamo ed Eva nell’Eden, dopo che sono caduti nel peccato. Ci dice infatti la Madonna da Medjugorje:

“Mio Figlio, attraverso questo amore dimostrato con la croce, vi ha dato la possibilità che tutto vi sia perdonato, cosicché non abbiate a vergognarvi, a nascondervi e per paura a non aprire la porta del proprio cuore a mio Figlio.”

E’ facile per noi cadere nel peccato, perciò è importante rinnovare e purificare continuamente la nostra anima, in particolare riconciliandoci sempre con Dio e con i fratelli. Ecco perché la Madonna ci dice fin dal primo suo messaggio a Medjugorje di riconciliarci con Dio e tra di noi, specialmente rinnovando la nostra fede (credere), pregando, digiunando e confessandoci frequentemente.

Le ultime parole di Gesù nel Vangelo odierno, se le facciamo risuonare in noi, richiamano all’unità con il Padre e il Figlio:

“Chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Fa la Volontà di Dio chi ascolta la Parola di Dio e la mette in pratica, ovvero fa la Volontà di Dio chi conosce Gesù che è l’immagine del Dio invisibile, di Dio Padre.

Ecco che “fissare lo sguardo sulle cose invisibili”, diventa “fissare lo sguardo su Gesù” che è l’immagine del Dio invisibile. Fissare lo sguardo su Gesù, che continuamente fissa lo sguardo su di noi, significa conoscere Gesù, desiderare ardentemente di conoscerlo, innamorarsi di Gesù.

In questo modo, aggrappati a Gesù, uniti a Gesù, sempre e comunque, seppur nel mare in burrasca, seppure in mezzo a prove, sofferenze e tribolazioni, saremo sempre vincitori, perché saremo veri fratelli di Gesù, vere sorelle di Gesù, e Gesù sarà con noi in ogni momento, in ogni circostanza, salvandoci costantemente, continuamente da ogni situazione, da ogni pericolo, da ogni tribolazione. Se siamo davvero uniti a Gesù, allora nulla può il principe del mondo che desidera le divisioni, le separazioni, lo scontro, che desidera tutto ciò che non è pace, gioia, amore, felicità eterna.

Per tenere lontano il principe del mondo specialmente preghiamo, preghiamo, preghiamo, in particolare preghiamo il Santo Rosario, tutti i misteri, tutti i giorni, consacriamoci al Sacro Cuore di Gesù ed al Cuore Immacolato di Maria, tutti i giorni.

Apriamo la porta del nostro cuore a Gesù, ed avremo la vita eterna.

Così sia!

 
>Prima lettura
Gen 3,9-15
Porrò inimicizia tra la tua stirpe e la stirpe della donna.
Dal libro della Gènesi [Dopo che l’uomo ebbe mangiato del frutto dell’albero,] il Signore Dio lo chiamò e gli disse: «Dove sei?». Rispose: «Ho udito la tua voce nel giardino: ho avuto paura, perché sono nudo, e mi sono nascosto». Riprese: «Chi ti ha fatto sapere che sei nudo? Hai forse mangiato dell’albero di cui ti avevo comandato di non mangiare?». Rispose l’uomo: «La donna che tu mi hai posta accanto mi ha dato dell’albero e io ne ho mangiato». Il Signore Dio disse alla donna: «Che hai fatto?». Rispose la donna: «Il serpente mi ha ingannata e io ho mangiato».
Allora il Signore Dio disse al serpente:
«Poiché hai fatto questo,
maledetto tu fra tutto il bestiame
e fra tutti gli animali selvatici!
Sul tuo ventre camminerai
e polvere mangerai
per tutti i giorni della tua vita.
Io porrò inimicizia fra te e la donna,
fra la tua stirpe e la sua stirpe:
questa ti schiaccerà la testa
e tu le insidierai il calcagno». Parola di Dio
>Salmo responsoriale
Sal 129
Il Signore è bontà e misericordia. Dal profondo a te grido, o Signore;
Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti
alla voce della mia supplica. Se consideri le colpe, Signore,
Signore, chi ti può resistere?
Ma con te è il perdono:
così avremo il tuo timore. Io spero, Signore;
spera l’anima mia,
attendo la sua parola.
L’anima mia è rivolta al Signore
più che le sentinelle all’aurora. Più che le sentinelle l’aurora,
Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia
e grande è con lui la redenzione.
Egli redimerà Israele
da tutte le sue colpe.
>Seconda lettura
2Cor 4,13-5,1
Crediamo, perciò parliamo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corìnzi Fratelli, animati da quello stesso spirito di fede di cui sta scritto: «Ho creduto, perciò ho parlato», anche noi crediamo e perciò parliamo, convinti che colui che ha risuscitato il Signore Gesù, risusciterà anche noi con Gesù e ci porrà accanto a lui insieme con voi. Tutto infatti è per voi, perché la grazia, accresciuta a opera di molti, faccia abbondare l’inno di ringraziamento, per la gloria di Dio.
Per questo non ci scoraggiamo, ma, se anche il nostro uomo esteriore si va disfacendo, quello interiore invece si rinnova di giorno in giorno. Infatti il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.
Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Parola di Dio
Canto al Vangelo (Gv 12,31.32)
Alleluia, alleluia.
Ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.
E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me.
Alleluia.
>Vangelo
Mc 3,20-35
Satana è finito.
Dal Vangelo secondo Marco In quel tempo, Gesù entrò in una casa e di nuovo si radunò una folla, tanto che non potevano neppure mangiare. Allora i suoi, sentito questo, uscirono per andare a prenderlo; dicevano infatti: «È fuori di sé».
Gli scribi, che erano scesi da Gerusalemme, dicevano: «Costui è posseduto da Beelzebùl e scaccia i demòni per mezzo del capo dei demòni».
Ma egli li chiamò e con parabole diceva loro: «Come può Satana scacciare Satana? Se un regno è diviso in se stesso, quel regno non potrà restare in piedi; se una casa è divisa in se stessa, quella casa non potrà restare in piedi. Anche Satana, se si ribella contro se stesso ed è diviso, non può restare in piedi, ma è finito. Nessuno può entrare nella casa di un uomo forte e rapire i suoi beni, se prima non lo lega. Soltanto allora potrà saccheggiargli la casa.
In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna». Poiché dicevano: «È posseduto da uno spirito impuro».
Giunsero sua madre e i suoi fratelli e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».

Parola del Signore

MANGIAMO OGNI GIORNO LA PASQUA: CORPO, SANGUE E PAROLA DI DIO!

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“Cari figli, vi invito a diffondere la fede in mio Figlio, la vostra fede. Voi, miei figli, illuminati dallo Spirito Santo, miei apostoli, trasmettetela agli altri, a coloro che non credono, non sanno e non vogliono sapere. Perciò voi dovete pregare molto per il dono dell’amore, perché l’amore è un tratto distintivo della vera fede e voi sarete apostoli del mio amore. L’amore ravviva sempre nuovamente il dolore e la gioia dell’Eucaristia, ravviva il dolore della Passione di mio Figlio, che vi ha mostrato cosa vuol dire amare senza misura; ravviva la gioia del fatto che vi ha lasciato il suo Corpo ed il suo Sangue per nutrirvi di sé ed essere così una cosa sola con voi. Guardandovi con tenerezza provo un amore senza misura, che mi rafforza nel mio desiderio di condurvi ad una fede salda. Una fede salda vi darà gioia e allegrezza sulla terra e, alla fine, l’incontro con mio Figlio. Questo è il suo desiderio. Perciò vivete lui, vivete l’amore, vivete la luce che sempre vi illumina nell’Eucaristia. Vi prego di pregare molto per i vostri pastori, di pregare per avere quanto più amore possibile per loro, perché mio Figlio ve li ha dati affinché vi nutrano col suo Corpo e vi insegnino l’amore. Perciò amateli anche voi! Ma, figli miei, ricordate: l’amore significa sopportare e dare e mai, mai giudicare. Vi ringrazio.”

Messaggio del 2 luglio 2015 (Messaggio straordinario dato a Mirjana)

L’Eucaristia è il cuore della fede: è Gesù vivo che ci nutre col Suo Corpo e ci fortifica con il Suo Preziosissimo Sangue. E’ il prodigio dell’amore; Gesù che viene sempre di nuovo vivente per vivificare la nostra anima. Se viviamo nell’amore, facciamo la volontà di Gesù ed Egli vive in noi.

Grande gioia noi riceviamo e ravviviamo nutrendoci di Cristo, del Suo Corpo e del Suo Sangue, mangiando la Pasqua, così che siamo una cosa sola con Lui, e tra di noi, perché noi che ci nutriamo di Cristo, siamo chiamati ad essere in Comunione con Gesù e con i nostri fratelli e sorelle: non basta solo ricevere la Comunione, se poi non trabocchiamo di gioia, se poi non trabocchiamo d’amore, se poi non siamo contagiosi, portando la gioia e la pace per le strade del mondo, la Pace, la Gioia e il Corpo di Cristo che vive in noi e rinnova la sua presenza in noi ogni volta che Lo riceviamo nell’Eucarestia.

Gesù entrando in noi, ci trasforma, così come fa la Sua Parola, cosicché corpo e sangue di Cristo e la Sua Parola è un rinnovarci e purificarci continuamente, per tendere e guardare sempre più verso il cielo, però con i piedi saldi per terra, con lo sguardo d’amore verso il prossimo, con lo sguardo di Gesù che vive in noi, verso il prossimo, verso il cuore e l’anima del nostro prossimo, in particolare i più bisognosi, sofferenti, gli ultimi, nei quali risplende Gesù stesso.

Siamo perciò invitati a mangiare la Pasqua ogni giorno (nutrirci del corpo, sangue e Parola di Gesù), per vivere nell’amore, per vivere in Gesù Cristo, con Cristo per Cristo e in Cristo.

La presenza di Gesù in noi, con il suo corpo e sangue, con la Sua Parola, di cui ci nutriamo, ci trasforma e così diventiamo contagiosi, e veri ed efficaci testimoni dell’Amore e della Verità, che è Gesù stesso, che è Dio stesso, perché Dio è amore.

“La parola di Gesù, infatti, è vita, la Sua parola fa sì che l’anima respiri, la Sua parola vi fa conoscere l’amore.” (messaggio 2 giugno 2018) e conoscendo l’amore, saremo capaci d’amore fraterno, di amore misericordioso, di amare il prossimo e desiderare anche e soprattutto la conversione della sua anima.

Così sia!

Prima lettura 
Es 24,3-8
Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi.
Dal libro dell’ÈsodoIn quei giorni, Mosè andò a riferire al popolo tutte le parole del Signore e tutte le norme. Tutto il popolo rispose a una sola voce dicendo: «Tutti i comandamenti che il Signore ha dato, noi li eseguiremo!».
Mosè scrisse tutte le parole del Signore
. Si alzò di buon mattino ed eresse un altare ai piedi del monte, con dodici stele per le dodici tribù d’Israele. Incaricò alcuni giovani tra gli Israeliti di offrire olocausti e di sacrificare giovenchi come sacrifici di comunione, per il Signore.
Mosè prese la metà del sangue e la mise in tanti catini e ne versò l’altra metà sull’altare. Quindi prese il libro dell’alleanza e lo lesse alla presenza del popolo. Dissero: «Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto».
Mosè prese il sangue e ne asperse il popolo, dicendo: «Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso con voi sulla base di tutte queste parole!».Parola di Dio
>Salmo responsoriale
Sal 115
Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore.Che cosa renderò al Signore,
per tutti i benefici che mi ha fatto?
Alzerò il calice della salvezza
e invocherò il nome del Signore.Agli occhi del Signore è preziosa
la morte dei suoi fedeli.
Io sono tuo servo, figlio della tua schiava:
tu hai spezzato le mie catene.A te offrirò un sacrificio di ringraziamento
e invocherò il nome del Signore.
Adempirò i miei voti al Signore
davanti a tutto il suo popolo.
>Seconda lettura
Eb 9,11-15
Il sangue di Cristo purificherà la nostra coscienza.
Dalla lettera agli EbreiFratelli, Cristo è venuto come sommo sacerdote dei beni futuri, attraverso una tenda più grande e più perfetta, non costruita da mano d’uomo, cioè non appartenente a questa creazione. Egli entrò una volta per sempre nel santuario, non mediante il sangue di capri e di vitelli, ma in virtù del proprio sangue, ottenendo così una redenzione eterna.
Infatti, se il sangue dei capri e dei vitelli e la cenere di una giovenca, sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano purificandoli nella carne, quanto più il sangue di Cristo – il quale, mosso dallo Spirito eterno, offrì se stesso senza macchia a Dio – purificherà la nostra coscienza dalle opere di morte, perché serviamo al Dio vivente?
Per questo egli è mediatore di un’alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l’eredità eterna che era stata promessa.Parola di Dio
Sequenza
[Sion, loda il Salvatore,
la tua guida, il tuo pastore
con inni e cantici.Impegna tutto il tuo fervore:
egli supera ogni lode,
non vi è canto che sia degno.Pane vivo, che dà vita:
questo è tema del tuo canto,
oggetto della lode.Veramente fu donato
agli apostoli riuniti
in fraterna e sacra cena.Lode piena e risonante,
gioia nobile e serena
sgorghi oggi dallo spirito.Questa è la festa solenne
nella quale celebriamo
la prima sacra cena.È il banchetto del nuovo Re,
nuova Pasqua, nuova legge;
e l’antico è giunto a termine.Cede al nuovo il rito antico,
la realtà disperde l’ombra:
luce, non più tenebra.Cristo lascia in sua memoria
ciò che ha fatto nella cena:
noi lo rinnoviamo.Obbedienti al suo comando,
consacriamo il pane e il vino,
ostia di salvezza.È certezza a noi cristiani:
si trasforma il pane in carne,
si fa sangue il vino.Tu non vedi, non comprendi,
ma la fede ti conferma,
oltre la natura.È un segno ciò che appare:
nasconde nel mistero
realtà sublimi.Mangi carne, bevi sangue;
ma rimane Cristo intero
in ciascuna specie.Chi ne mangia non lo spezza,
né separa, né divide:
intatto lo riceve.Siano uno, siano mille,
ugualmente lo ricevono:
mai è consumato.Vanno i buoni, vanno gli empi;
ma diversa ne è la sorte:
vita o morte provoca.Vita ai buoni, morte agli empi:
nella stessa comunione
ben diverso è l’esito!Quando spezzi il sacramento
non temere, ma ricorda:
Cristo è tanto in ogni parte,
quanto nell’intero.È diviso solo il segno
non si tocca la sostanza;
nulla è diminuito
della sua persona.]Ecco il pane degli angeli,
pane dei pellegrini,
vero pane dei figli:
non dev’essere gettato.Con i simboli è annunziato,
in Isacco dato a morte,
nell’agnello della Pasqua,
nella manna data ai padri.Buon pastore, vero pane,
o Gesù, pietà di noi:
nutrici e difendici,
portaci ai beni eterni
nella terra dei viventi.Tu che tutto sai e puoi,
che ci nutri sulla terra,
conduci i tuoi fratelli
alla tavola del cielo
nella gioia dei tuoi santi.
Canto al Vangelo (Gv 6,51)
Alleluia, alleluia.
Io sono il pane vivo, disceso dal cielo, dice il Signore,
se uno mangia di questo pane vivrà in eterno.
Alleluia.
>Vangelo
Mc 14,12-16.22-26
Questo è il mio corpo. Questo è il mio sangue.
Dal Vangelo secondo MarcoIl primo giorno degli Àzzimi, quando si immolava la Pasqua, i discepoli dissero a Gesù: «Dove vuoi che andiamo a preparare, perché tu possa mangiare la Pasqua?».
Allora mandò due dei suoi discepoli, dicendo loro: «Andate in città e vi verrà incontro un uomo con una brocca d’acqua; seguitelo. Là dove entrerà, dite al padrone di casa: “Il Maestro dice: Dov’è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?”. Egli vi mostrerà al piano superiore una grande sala, arredata e già pronta; lì preparate la cena per noi».
I discepoli andarono e, entrati in città, trovarono come aveva detto loro e prepararono la Pasqua.
Mentre mangiavano, prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro, dicendo: «Prendete, questo è il mio corpo». Poi prese un calice e rese grazie, lo diede loro e ne bevvero tutti. E disse loro: «Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti. In verità io vi dico che non berrò mai più del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo, nel regno di Dio».
Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi.Parola del Signore