Abbiamo occhi nuovi: solo la carità rimarrà!

“Cari figli! Ringraziate Dio con me per il dono che Io sono con voi. Pregate, figlioli, e vivete i comandamenti di Dio perché siate felici sulla terra. Oggi, in questo giorno di grazia desidero darvi la mia benedizione materna di pace e del mio amore. Intercedo per voi presso mio Figlio e vi invito a perseverare nella preghiera perché con voi possa realizzare i miei piani. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Messaggio del  25 giugno 2016

Oggi San Paolo ci invita a vedere: siamo chiamati a vedere, a vedere Gesù in ognuno che incontriamo, siamo chiamati ad avere occhi nuovi!

E’ questo che ci ricorda Gesù con la parabola del buon Samaritano odierna, ci invita ad avere occhi nuovi, perché noi siamo chiamati alla libertà, ma siamo liberi di scegliere (“mi fermo o non mi fermo?”) e siamo chiamati alla novità del Vangelo, ad accogliere la Buona Novella: (“vedo Gesù o non lo vedo sul ciglio della strada?”), siamo chiamati all’amore misericordioso, “perché l’amore chiama amore e fa’ che le opere siano più importanti delle parole” (messaggio del 2 giugno 2016).

La conoscenza è importante, ma il nostro cuore deve rimanere sempre puro, umile, semplice. Dobbiamo obbedire ai decreti di Dio, ai suoi comandamenti, viverli, come ci ricorda la Beata Vergine Maria nel suo messaggio del 25 giugno 2016:

. “Pregate, figlioli, e vivete i comandamenti di Dio perché siate felici sulla terra”.

Vivere il comandamento dell’amore che ci ha insegnato Gesù significa essere misericordiosi come il Padre, come Gesù, come Maria, madre di misericordia.

Vivere il comandamento dell’amore significa amare di un amore sconfinato, misericordioso, com’è quello del buon samaritano. Significa vedere e amare Gesù in ogni prossimo che incontriamo.

Il buon samaritano è Gesù che si prende cura di Gesù, “vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui.”

E’ un vedere con cuore aperto, umile, puro, è un vedere con cuore misericordioso. E’ uno sguardo pieno d’amore, compassionevole, come quello di Gesù quando guardò Zaccheo,  la vedova di Nain, Matteo.. E’ uno sguardo che si trasforma in azione, in gesti d’amore ed in altri sguardi d’amore, non come quegli sguardi del sacerdote e del levita che videro e passarono oltre, senza guardare il moribondo negli occhi.. Lo sguardo è un incontro: se non guardiamo negli occhi il prossimo non lo incontriamo, non ci avviciniamo a lui, non ci facciamo prossimi, non ci prendiamo cura di lui, non gli versiamo l’olio e il vino: quell’olio che è unzione e benedizione;  quel vino che è gioia per gli sposi nelle nozze di Cana, quel  vino che è sangue nel calice amaro della sofferenza nella passione di Gesù, quel vino che è il sangue uscito insieme con l’acqua dal cuore trafitto di Gesù in croce.

Questo è l’amore che ci chiede Gesù: l’amore che nasce da uno sguardo misericordioso, l’amore che diventa azione, opera d’amore, l’amore che si muove da noi stessi, perché amiamo il prossimo come noi stessi, perché amiamo il prossimo come amiamo Dio che ci riempie continuamente il cuore di doni, d’amore, perchè amiamo come Gesù ci ha amato.

così sia!

Prima lettura
Dt 30,10-14
Questa parola è molto vicina a te, perché tu la metta in pratica.
Dal libro del DeuteronòmioMosè parlò al popolo dicendo:
«Obbedirai alla voce del Signore, tuo Dio, osservando i suoi comandi e i suoi decreti, scritti in questo libro della legge, e ti convertirai al Signore, tuo Dio, con tutto il cuore e con tutta l’anima.
Questo comando che oggi ti ordino non è troppo alto per te, né troppo lontano da te. Non è nel cielo, perché tu dica: “Chi salirà per noi in cielo, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Non è di là dal mare, perché tu dica: “Chi attraverserà per noi il mare, per prendercelo e farcelo udire, affinché possiamo eseguirlo?”. Anzi, questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica». Parola di Dio
>Salmo responsoriale
Sal 18
I precetti del Signore fanno gioire il cuore.La legge del Signore è perfetta,
rinfranca l’anima;
la testimonianza del Signore è stabile,
rende saggio il semplice. I precetti del Signore sono retti,
fanno gioire il cuore;
il comando del Signore è limpido,
illumina gli occhi. Il timore del Signore è puro,
rimane per sempre;
i giudizi del Signore sono fedeli,
sono tutti giusti. Più preziosi dell’oro,
di molto oro fino,
più dolci del miele
e di un favo stillante.
>Seconda lettura
Col 1,15-20
Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui.
Dalla lettera di san Paolo apostolo ai ColossèsiCristo Gesù è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
Troni, Dominazioni,
Principati e Potenze.
Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli è prima di tutte le cose
e tutte in lui sussistono.
Egli è anche il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,
primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta la pienezza
e che per mezzo di lui e in vista di lui
siano riconciliate tutte le cose,
avendo pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli. Parola di Dio
Canto al Vangelo (Gv 6,63.68)
Alleluia, alleluia.
Le tue parole, Signore, sono spirito e vita;
tu hai parole di vita eterna.
Alleluia.
>Vangelo
Lc 10,25-37
Chi è il mio prossimo?
Dal Vangelo secondo LucaIn quel tempo, un dottore della Legge si alzò per mettere alla prova Gesù e chiese: «Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?». Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?». Costui rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso». Gli disse: «Hai risposto bene; fa’ questo e vivrai».
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è mio prossimo?». Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gèrico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levìta, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all’albergatore, dicendo: “Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno”. Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?». Quello rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va’ e anche tu fa’ così». Parola del Signore